#15 - L'evoluzione futura del secchio
Per potersi cimentare in un tentativo di previsione di sviluppi futuri di un oggetto, bisogna innanzi tutto comprendere l'utilizzo di tale oggetto ed i problemi ad esso relativi.
Focalizziamo ora l'attenzione sul protagonista di questo nostro approfondimento: il secchio di legno.
I possibili utilizzi di questa cosa sono effettivamente tanti, ma in questo post mi concentrerei su uno in particolare; quello di trasporto/raccolta di acqua per esempio da un pozzo.
Un grosso problema del legno è che permette alle particelle d'acqua di infiltrarsi tra le sue fibre rendendolo incredibilmente fragile. Non è difficile pensare che questo può diventare un grosso problema per un secchio costantemente immerso.
Per risolvere questo problema si potrebbe adottare la tecnica dei restauratori del vascello "Vasa" (un relitto svedese che è rimasto sui fondali marini per 300 anni), ovvero l'utilizzo del Glicole Polietilinico (PEG). Questo polimero ha la peculiarità di attaccare le molecole d'acqua e "scioglierle".
Tale tecnica presenta però delle lacune. Una volta finito il procedimento, il legno diventa piuttosto friabile e quindi inutilizzabile ed è qui che deve entrare in gioco l'evoluzione futura.
Sinceramente non mi aspetto dei cambiamenti dal punto di vista della forma o della struttura del secchio di legno, bensì dei materiali di qui è composto.
Focalizziamo ora l'attenzione sul protagonista di questo nostro approfondimento: il secchio di legno.
I possibili utilizzi di questa cosa sono effettivamente tanti, ma in questo post mi concentrerei su uno in particolare; quello di trasporto/raccolta di acqua per esempio da un pozzo.
Un grosso problema del legno è che permette alle particelle d'acqua di infiltrarsi tra le sue fibre rendendolo incredibilmente fragile. Non è difficile pensare che questo può diventare un grosso problema per un secchio costantemente immerso.
Per risolvere questo problema si potrebbe adottare la tecnica dei restauratori del vascello "Vasa" (un relitto svedese che è rimasto sui fondali marini per 300 anni), ovvero l'utilizzo del Glicole Polietilinico (PEG). Questo polimero ha la peculiarità di attaccare le molecole d'acqua e "scioglierle".
Tale tecnica presenta però delle lacune. Una volta finito il procedimento, il legno diventa piuttosto friabile e quindi inutilizzabile ed è qui che deve entrare in gioco l'evoluzione futura.
Sinceramente non mi aspetto dei cambiamenti dal punto di vista della forma o della struttura del secchio di legno, bensì dei materiali di qui è composto.
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